Quali sono i risultati a medio termine per la chirurgia della Sindrome di Müller-Weiss?

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La Sindrome di Müller-Weiss, molto mediatizzata grazie al caso di Rafaël Nadal, è una patologia rara e complessa di necrosi del navicolare, e può comportare una deformazione del piede.

Uno studio recente condotto da Bai et al. ha esaminato i risultati a medio termine di 15 casi affetti da questa sindrome, trattati chirurgicamente con artrodesi talonavicolare-cuneiforme, vale a dire una fusione articolare tra astragalo, navicolare e cuneiforme.

I risultati dello studio hanno mostrato un miglioramento significativo dei punteggi AOFAS (American Orthopedic Foot and Ankle Society), VAS, SF12-PCS (Physical Component Score) e SF12-MCS (Mental Component Score) all'ultima visita di follow-up rispetto alla valutazione pre-operatoria.

L'aumento medio del punteggio AOFAS era di 48,67, mentre la riduzione media alla VAS era di 6 punti. Inoltre, i punteggi SF12-PCS e SF12-MCS sono aumentati rispettivamente di 24,33 e 19,87.

In termini di risultati radiologici, lo studio ha rivelato una differenza significativa tra valutazione pre-operatoria e post-operatoria a 3 mesi per quanto riguarda l'angolo di inclinazione calcaneare AP, l'angolo di Meary AP, l'angolo talo-calcaneare AP e la copertura talo-navicolare.

Tuttavia, non c'erano differenze significative tra il follow-up a 3 mesi e quello finale (media di 74 mesi).

Complicanze: nessun paziente ha sviluppato infezioni profonde, disturbi di cicatrizzazione, ritardi di consolidazione ossea, o degenerazione dell'articolazione adiacente.

Due pazienti hanno sviluppato complicanze post-operatorie precoci, tra cui intorpidimento dorsale mediale e irritazione da mezzi di sintesi.

Quattro pazienti hanno sviluppato complicanze post-operatorie tardive, tra cui atrofia lieve del gastrocnemio, dolore navicolare mediale e dolore dell'avampiede laterale. 

In conclusione, l'artrodesi talo-navicolare-cuneiforme sembra essere un'opzione di trattamento efficace per la sindrome di Müller-Weiss, con miglioramenti funzionali significativi e un basso tasso di complicanze.

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati e determinare le migliori strategie di gestione di questa complessa patologia.

Implicazioni cliniche

"Infiltrare o non infiltrare", questo è il dilemma.

 

Il caso di Rafaël Nadal aveva suscitato un gran clamore all'epoca poiché, rispondendo a un giornalista, il tennista non si ricordava il numero di infiltrazioni ricevute (probabilmente varie decine) per la sua patologia, senza le quali il dolore sarebbe stato insopportabile.

Per capire il senso dell'indicazione di infiltrazione nei nostri pazienti, possiamo utilizzare questo caso clinico.

Ecco le domande da porre:

  • E' stata eseguita una corretta rieducazione per almeno 3 - 6 mesi?

  • Il dolore è di tipo infiammatorio? (Costante e/o a riposo e/o notturno)

  • L'infiltrazione sarà eco-guidata?

  • Ho esposto al paziente i rischi e i benefici e ho spiegato il comportamento da adottare post-infiltrazione?


Se abbiamo risposto "Sì" alle 4 domande, allora, se il paziente è motivato, un'infiltrazione è indicata.

Generalmente, se le infiltrazioni sono efficaci, la riduzione dei sintomi è rapida. Tuttavia, si raccomanda di non superare il dosaggio di 3 infiltrazioni per sito ogni 6 settimane.

 

Dopo questo lasso di tempo, al persistere dei sintomi, può essere considerato un consulto chirurgico ortopedico.

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