La nostra selezione estiva di articoli / 1

Ecco un blog più lungo del solito per farti compagnia nelle giornate di relax estive!

Questo blog è un estratto della nostra newsletter EBP,  se desideri ricevere riassunti degli articoli scientifici e consigli per la pratica clinica ogni due settimane clicca qui 😉

📚 Indice di questa Summer Edition/ parte 1:


🏋️‍♀️ Quali carichi raccomandare per migliorare forza, salti, potenza, sprint, e cambi di direzione?

Il rinforzo muscolare gioca un ruolo cruciale nel miglioramento delle performance fisiche e sportive dei nostri pazienti.

Comprendere come le variabili di allenamento influenzano i risultati è essenziale per la nostra prescrizione di rinforzo e riatletizzazione.
Brad Schoenfeld ha contribuito a realizzare una vasta metanalisi per esplorare le relazioni tra variabili di allenamento (frequenza, volume, intensità) e:

- forza massimale (Strength),

- potenza (Power),

- salto verticale (Jump),

- cambi di direzione (COD),

- performance nello sprint (Sprint).

I dati provengono da 295 studi condotti tra il 1962 e il 2018, per un totale di 535 gruppi e 6.710 partecipanti.

Questi studi indagavano soggetti adulti in buona salute, allenati e non.
I risultati hanno rivelato che le seguenti variabili del rinforzo sono determinanti per ciò che si vuole sviluppare:

➡ durata dell'allenamento

➡ numero medio di serie

➡ intensità del carico (in % 1RM)

 

E' interessante notare che aggiungere lo stato di allenamento e il sesso dei soggetti ai dati principali non ha modificato il modello dei risultati (vedi immagine in basso).

Questa metanalisi conclude che l'ampiezza dei miglioramenti è principalmente influenzata dal carico.

Per esempio, la forza massimale è ottimizzata dal rinforzo con alti carichi.

Il salto è ottimizzato dal rinforzo a bassi carichi (~30% 1RM), e la potenza con carichi bassi-moderati (40-70% 1RM).


Questo studio, il più completo ad oggi, sottolinea l'importanza del carico e fornisce profili specifici per massimizzare le differenti performance fisiche.

 

Inoltre, offre indicazioni preziose per i clinici che cercano di ottimizzare e personalizzare i programmi di rinforzo muscolare. Swinton et al. (2024)


🏃‍♀️ Allenamento su treadmill per i pazienti con dolore neuropatico?

Il dolore neuropatico è causato da una lesione o patologia a carico del sistema nervoso. ️

L'integrazione dell'esercizio nella gestione del dolore neuropatico ha destato un grande interesse in questi ultimi anni, e l'allenamento su treadmill è una delle forme di esercizio più comuni.

Comprendere l'interazione tra neuroinfiammazione e dolore neuropatico è essenziale per sviluppare trattamenti efficaci.

👉 In particolare, la neuroinfiammazione può scatenare l'attività delle citochine pro-infiammatorie, iperstimolare le microglia, inibire i sistemi modulatori discendenti del dolore e promuovere la iperespressione del fattore neurotrofico cerebrale: tutto questo porta alla generazione di dolore neuropatico e di ipersensibilità (vedi immagine ).

Il cammino o la corsa su treadmill possono alleviare il dolore neuropatico modulando la neuroinfiammazione.

Questa revisione sistematica fornisce dei dati interessanti a supporto dell'integrazione di un esercizio semplice e ripetibile come il cammino/corsa su treadmill nella terapia per il dolore neuropatico. He et al. (2024)


🤔 E se la densità minerale ossea e la degenerazione discale fossero associate?

Dei ricercatori hanno studiato l'associazione tra densità minerale ossea (DMO) e degenerazione dei dischi intervertebrali (IDD).

Nonostante studi precedenti avessero già confermato l'associazione, non era chiaro se fosse presente un nesso causale tra densità ossea e degenerazione discale. 

Per risolvere questo enigma, è stato utilizzato un approccio innovativo noto come randomizzazione mendeliana (RM).


Gli autori hanno riscontrato che la DMO del collo femorale, del tallone, della colonna lombare, e total body avevano tutte un effetto causale diretto sulla IDD.

 

In particolare, la DMO Lombare aveva un'associazione particolarmente forte con la IDD, con un odds ratio (OR) di 1,20.

Anche dopo aver considerato fattori confondenti come l'indice di massa corporea, il diabete di tipo 2, l'ipertiroidismo e il tabagismo, l'associazione causale restava significativa.


E' stata condotta anche un'analisi inversa, per verificare se la IDD avesse un effetto sulla DMO, ma non è stata trovata alcuna prova a sostegno di questa ipotesi.

In conclusione, una elevata DMO può essere considerata un fattore di rischio per la IDD. Sono necessari studi ulteriori per comprendere i meccanismi sottostanti, ma è probabile che la maggior presenza di osteofiti e la sclerosi del piatto vertebrale esercitino una compressione anomala sui dischi intervertebrali. Li et al. (2024)

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