Il meteo influenza davvero il dolore dei pazienti?

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"E' cambiato il tempo, e il dolore è peggiorato!"

Spesso sentiamo dire questa frase dai nostri pazienti, ma quali sono le evidenze sull’argomento?

La revisione sistematica con metanalisi di Ferreira et al. (2024) ha valutato il legame tra parametri meteorologici e problemi di salute muscoloscheletrici

Sono stati inclusi studi che utilizzavano un protocollo case-crossover: lo stesso soggetto è il controllo di se stesso in un periodo di tempo, dove si analizza la sua reazione, o non-reazione, a determinati eventi meteorologici.

Il parametro principale di outcome era il dolore: nuovi episodi o riacutizzazioni. 

 

La qualità degli studi inclusi è stata valutata sulla base dei bias di selezione, della valutazione dell'esposizione, dei fattori confondenti e dalla valutazione degli outcome.

 

L'eterogeneità tra gli studi è stata valutata con il test I²: questo indice quantifica la proporzione di variabilità tra gli studi dovuta all'eterogeneità piuttosto che al caso.

 

👉 Risultati: su 1007 studi identificati, 11 sono stati inclusi (per un totale di 15.315 partecipanti), fornendo dati su 28.010 eventi (102.536 periodi di controllo), per 7 patologie muscoloscheletriche.

 

Le analisi non hanno dimostrato alcuna associazione tra umidità relativa, pressione atmosferica, temperatura o precipitazioni e il rischio di poliartrite reumatoide, gonalgia, o lombalgia. ☝️

 

🌡 Temperature elevate combinate a bassa umidità sono state associate a un aumento del dolore, del rossore e del gonfiore articolare nei pazienti affetti da gotta (Odds ratio: 2,04; IC95%: 1,26 - 3,30).

Conclusione: malgrado gli aneddoti dei pazienti, i cambiamenti meteorologici non sembrano essere fattori di rischio per la poliartrite reumatoide, la gonalgia, e la lombalgia, ma possono avere un'influenza significativa sulla gotta. Ferreira et al. (2024)

 

➡️ Riflessioni cliniche: a volte i pazienti ci riportano delle credenze sul dolore che influenzano negativamente la loro auto-efficacia, e su cui è utile discutere. Ma a volte ci riportano una vera e propria esperienza dolorosa sensibile alle variazioni climatiche.  Che cosa può suggerirci il suo racconto ed è il caso di liquidare la cosa con un "debunking" basato sull'evidenza in senso stretto?

 

In popolazioni specifiche come in quella della fibromialgia, il clima è spesso considerato un fattore aggravante del dolore, anche se gli studi sono controversi. La cosa certa però, è che questi pazienti riportano un'ipersensibilità a stimoli sensoriali anche innocui, tra cui quelli termici. E' stato infatti dimostrato che la soglia oltre la quale lo sensazione di caldo/freddo diventa dolorosa, è alterata e più bassa rispetto ai controlli, e questo spiegherebbe perchè il meteo, in particolare il freddo, per alcuni costituisce un fattore aggravante dei sintomi. Berwick et al. (2021)

 

Inoltre, più in generale, una delle caratteristiche della sensibilizzazione centrale è proprio l'ipersensibilità a stimoli non muscoloscheletrici, il che potrebbe spiegare perchè alcuni pazienti con dolore sono particolarmente sensibili ai rumori, alla luce, allo stress, agli odori, e anche al clima. Nijs et al. (2016)

 

Sembra quindi che in determinati sottogruppi di pazienti, la sensibilità meteorologica sia la spia di un'ipersensibilità del sistema nervoso centrale: è un'informazione importante da considerare, ed eventualmente verificare, quando valutiamo il nostro paziente e la sua capacità di modulare il dolore.

In futuro, sarebbe interessante leggere uno studio che esamina la correlazione tra punteggio al CSI (Central Sensitization Inventory) e sensibilità meteorologica!

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E' un opuscolo ricco di metafore ed immagini che introduce al paziente il concetto di auto-efficacia, e ha l'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto del dolore nella vita quotidiana.

 

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